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Viren Bhagat: il Re Mida indiano

La storia del maestro Bhagat inizia da lontano, molto lontano. Sia da un punto di vista geografico che cronologico. Siamo infatti nella caotica Mumbai, in India. Qui, nel 1991, il giovane Viren apre una bottega assieme ai suoi fratelli, Rajan e Bharat. L’attività aveva come presupposto quello di offrire al pubblico gioielleria interamente prodotta in casa ed in maniera artigianale, a partire dall’idea fino all’apposizione sugli espositori. I lavori di quella bottega trovarono presto consenso nella clientela, e tale successo fu crescente negli anni. Così tanto che oggi, dopo decenni da allora, Viren Bhagat è considerato dagli addetti ai lavori, oltre che dalla maggioranza degli estimatori del settore, senz’altro il più grande artista gioielliere del medio oriente. Ma anche tra i primi in assoluto a livello planetario.

Ogni sua singola creazione porta con se ad oggi un’aura quasi divina, rappresentando una sorta di miraggio per ogni ambizioso aspirante che brama di possedere un suo pezzo.

Talento ed arte, indubbiamente. Ma dietro al successo sensazionale riscosso dal maestro Bhagat c’è anche altro.

Probabilmente una delle mosse più vincenti di Viren Bhagat è stata quella di rimanere come era, sempre, anche dopo aver riscosso fama e successo a livello planetario. L’artista non ha mai ceduto alle sirene dei guadagni veloci, facili e di massa, ripiegando su produzioni industriali in serie, come fa pressoché chiunque riscuote successo e vendite. Ancora oggi, infatti, ogni singolo pezzo è ideato, disegnato a matita su carta e prodotto completamente in prima personafino alla lucidatura finale. I lavori di Bhagat non accolgono commissioni o richieste da parte dei clienti: essi sono frutto esclusivamente della propria ispirazione. Non è assolutamente contemplata, inoltre, la riproduzione di alcuna creazione: ogni sua opera è imprescindibilmente un pezzo unico. Questa concezione ha contribuito ad alimentare l’aura leggendaria che avvolge ciascun suo capolavoro, bramato quale oggetto di forte contesa alle aste di Christie’s e Sotheby’s. Ma non solo: i capolavori di Bhagat sono arrivati ad essere, diverse volte, addirittura oggetto di esposizione in rinomati musei, come quello russo del Cremlino, a Mosca.

La qualità ed il livello eccelso di Bhagat risiede anche nei materiali, per i quali non esiste alcun compromesso.

Le materie prime che il maestro seleziona, al pari della sua abilità di lavorazione e dell’originalità delle sue idee, rappresentano ciò che di più pregiato sia reperibile al mondo. Le sue creazioni sono un tripudio di zaffiri, smeraldi, rubini e perle. I diamanti allora vengono esclusi? Ma ovviamente no. E si parla anche qui di una delle varietà più rare e pregiate dell’intero pianeta, vale a dire i quasi leggendari Golconda: pietre dalla incredibile lucentezza e bellezza, tesori quasi inestimabili provenienti proprio dalla sua India. Anche la lavorazione di tutte queste pietre costituiscono una folgorante testimonianza del genio dell’artista, con i loro tagli originali, insoliti, ma sempre meravigliosi, che trovano puntualmente nel contesto generale un equilibrio sublime. Tagli che a dire il vero, visti da lontano, possono instillare anche il dubbio della fragilità. Ma che una volta osservati più attentamente e da vicino vantano un livello di finitura sensazionale. A sostenere tutto ciò, ovviamente, oro e platino. Anch’essi magistralmente valorizzati.

Accade non di rado quindi che una creazione impieghi mesi per essere completata, specie per il reperimento delle rarissime pietre impiegate. Talvolta anche dieci anni. Come è stato per una sua famosa collana con rubini Burma, diamanti e perle naturali: tanto è stato il tempo necessario per la ricerca di tutti i ventiquattro rubini Burma taglio cabochon necessari per il suo completamento.

Partire dall’oriente, per abbracciare l’Europa, l’occidente. Il mondo.

Viren Bhagat ha avuto anche l’enorme pregio di non trincerarsi nella propria cultura estetica e artistica, ne nel suo tempo. Ma anzi, ha estimato con curiosità e piacere quanto aveva da proporre l’Europa e l’occidente intero. Ha esplorato il presente così come il passato, approfondendo poi anche le sottoculture stilistiche di vari luoghi ed epoche. Ha colto ciò che più risultava bello ai suoi occhi di tutto questo, accarezzando tali fili tra le sue dita, e cominciando a tessere con essi il suo personale drappo. Ne è risultata infine una seta meravigliosa: intrisa dei colori dell’originalità, dell’eleganza, dell’equilibrio e delle simmetrie. Una tela che parla di mondo, e di un passato che si slancia in avanti e sa essere anche moderno.

Nelle sue creazioni si ritrovano ovviamente elementi stilistici tipici del medio oriente, ma questi convivono in egual misura con le influenze europee e occidentali. Art Déco, arti Mughal. Stili europei, specie degli anni ’20 e ’30: tutto contribuisce all’inconfondibile marchio d’autore del maestro Bhagat.

I volgari numeri. Che con Bharat parlano anch’essi di stile.

Per sugellare il mito che Viren Bhagat è divenuto nell’ambito gioielliero, andiamo ad elencare pochi numeri, ma eloquenti.

200.000 euro: è il prezzo base di partenza delle prestigiose aste dove vengono battuti i suoi capolavori. Aste alle quali si può accedere solamente dopo aver soggiaciuto ad una lunga lista di attesa, ovviamente.

50: la media annuale del numero di creazioni dell’artista. Un quantitativo irrisorio, infinitesimale, se paragonato alle produzioni degli altri marchi del settore più prestigiosi al mondo.

Zero profili social. Zero siti internet. Zero pubblicità. Zero testimonial. Il maestro Bhagat rimane lontano da alcune logiche moderne, ma soprattutto dalle luci dei riflettori, alle quali preferisce di gran lunga quelle del suo studio artigiano. Continua a creare, ad esprimere la propria arte, ora come allora, per proprio piacere più che per brama di commercio. Perchè ne sente il bisogno. Ama che il pubblico applauda le sue opere, ma non pone ciò al centro del proprio universo.

In lui rimane quel ragazzo che partì da una remota bottega di Mumbai. Che in quel luogo personale ed intimo provava piacere nel creare. E tramite quelle creazioni amava raccontare al mondo di se, e della propria anima. Il mondo ha apprezzato questo racconto, ed attende impaziente ogni nuovo meraviglioso capitolo che il maestro vorrà raccontare.

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